Dedicare la giusta attenzione alla progettazione dell’illuminazione esterna richiede tempo e competenze: rispetto a un impianto in ambienti indoor, all’esterno bisogna confrontarsi con fattori come la pioggia e le intemperie, e questo comporta una maggiore consapevolezza sui rischi e gli accorgimenti da adottare. In giardino, sotto un pergolato o in altri spazi aperti possono verificarsi acquazzoni, nevicate, urti accidentali, cosa che non avviene dentro casa. È importante quindi che fin dalla progettazione vengano fatte le dovute considerazioni, evitando in questo modo errori grossolani che potrebbero compromettere il funzionamento delle luci e delle apparecchiature. L’estetica è il primo aspetto che si guarda, ma questo approccio a volte va a discapito della sicurezza.
Progettare con cura l’illuminazione esterna vuol dire godersi il proprio spazio in ogni stagione dell’anno, al sicuro da qualsiasi pericolo e con molteplici possibilità di controllo e programmazione sia sul posto che da remoto. Non solo, perché un impianto ben progettato permette anche di abbassare i costi superflui: pensiamo ad esempio alla posa dei corrugati da interro, e relativa spesa per l’acquisto del materiale e lo scavo. Errori di valutazione e di calcolo (e quindi di progettazione) potrebbero portare a nuovi costi, immediati o futuri, una volta che si presenta la necessità di mettere mano all’impianto (vedi il caso dei corrugati troppo piccoli, di cui parleremo fra poco). Onde evitare di commettere sbagli e accorgersene quando ormai è tardi, vediamo insieme le 5 best practice da tenere a mente nella progettazione dell’illuminazione esterna di un giardino o di un ambiente esposto agli agenti atmosferici (terrazza, dehor, ecc).
1) SOLO FARETTI E BARRE A LED DI CLASSE IP65 O SUPERIORE
La prima considerazione da fare riguarda la classe IP dei faretti e delle barre a LED (prevalentemente in ambienti esterni si usano queste due categorie di apparecchi). La classe IP è un valore che indica il grado di protezione da corpi estranei (primo numero) e da liquidi, ovvero acqua (secondo numero). Fino a un grado IP di 44, in estrema sintesi, avremo lampade perfette per ambienti interni come la camera da letto o il soggiorno, mentre se andiamo su un grado IP maggiore, fino a 64, avremo lampade adatte anche al bagno, alla cucina o al garage. In esterno conviene preferire classi IP più elevate, da 65 a 68 (il massimo previsto), così da preservare le lampade da pioggia, umidità, polvere e sassolini.
2) CALCOLARE IL PERCORSO DELLE “TRACCE” SOTTERRANEE
Portare uno o più punti luce sotto un gazebo o fino alla tettoia di una macchina vuol dire scavare una piccola trincea per la posa delle tracce, vale a dire dei corrugati. Le tracce, seguendo percorsi rettilinei, consentono di collegare due punti nel tragitto minore, minimizzando di conseguenza le opere di scavo (e i materiali di consumo, come appunto i corrugati stessi). In spazi esterni particolarmente vasti, dove è necessario l’intervento di un escavatore, il corretto calcolo delle tracce può tradursi in un risparmio sensibile di ore lavoro e con esse di costi per la macchina e l’operaio che la manovra.
3) DIMENSIONARE IN ECCESSO LA SEZIONE DEI CORRUGATI
Un’altra best practice per progettare l’illuminazione esterna concerne il dimensionamento dei corrugati. Spesso si tende a pensare che i corrugati stessi debbano contenere un solo cavo elettrico, quello che appunto passa dentro al corrugato. Sbagliato! Il corrugato viene posato sottoterra anche per consentire che in futuro, qualora ci fosse la necessità di passare altri cavi, si possa “tirare” un’ulteriore linea senza bisogno di scavare un nuovo fossato. Abbondare quindi con la sezione dei corrugati è una mossa lungimirante per mettere le mani avanti e scongiurare eventuali opere di scavo una seconda volta, con ovvi costi che andrebbero a sommarsi ai precedenti già sostenuti.
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4) RAGIONARE SUL TIPO DI ALIMENTAZIONE E DI CONTROLLO
Che tipo di alimentazione vogliamo dare al nostro impianto e alle singoli luci? Tutto a 12/24 volt? Oppure a 220? Vale la pena considerare barre e strip a batteria o meglio escludere del tutto questa opzione? Ragionare sul tipo di alimentazione è indispensabile per prendere le dovute decisioni e sapere che prodotti comprare. Lo stesso vale per il sistema di controllo: automatico crepuscolare, con attivazione della luce al tramonto? O temporizzato per pochi minuti al passaggio di una persona? Con possibilità di gestione da remoto, o solo sul posto con telecomando? Scrivere la propria lista dei desideri è un’ottima base di partenza per ragionare sul da farsi quando arriva poi il momento di passare dalla teoria alla pratica!
5) STIMARE UN BUDGET REALISTICO PER IL PROGETTO
La stima di un budget realistico per il proprio progetto di illuminazione rappresenta l’ultimo punto da affrontare. Qui confluiscono tutti i punti e tutte le considerazioni precedenti, orientando in tal modo l’orizzonte di spesa verso l’alto o verso il basso. Per essere il più possibile realistici, è bene aumentare in eccesso il budget previsto, tutelandosi così da imprevisti che possono verificarsi in corso d’opera (una presa di corrente in più, un salvavita errato, ecc). Se non sai da dove iniziare e a chi affidarti, ti consigliamo il nostro servizio di preventivo online veloce, gratuito e senza impegno. Puoi inviarci la tua idea e scoprire così i costi e le condizioni alla base di un progetto di illuminazione in ambienti esterni all’altezza delle aspettative.
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